LITURGIA 29 APRILE 2018 – V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)
Parrocchia del Corpus Domini in S.Miniato
V Domenica di Pasqua (anno B) 29.04.2018
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico:Bianco
Commento
Nei discorsi di addio del Vangelo secondo san Giovanni (capitoli 13-17) l’evangelista prende spunto dalle parole di Gesù per riflettere, con il carisma che gli è proprio, sulla vita dei credenti dal tempo dell’Ascensione al ritorno del Signore. Egli si riconosce talmente legato al Signore attraverso lo Spirito di Dio che parla ai suoi ascoltatori e ai suoi lettori usando l’“io” di Cristo. Per mezzo della sua voce, il Signore rivela a coloro che credono in lui qual è la loro situazione, ordinando loro di agire in modo giusto.
È durante la festa liturgica delle domeniche che vanno da Pasqua alla Pentecoste che la Chiesa propone alla lettura questi discorsi, per mostrare ai credenti cos’è infine importante per la loro vita. Attraverso un paragone, il Signore ci rivela oggi che tutti quelli che gli sono legati mediante la fede vivono in vera simbiosi. Come i tralci della vite, che sono generati e nutriti dalla vite stessa, noi cristiani siamo legati in modo vitale a Gesù Cristo nella comunità della Chiesa. Vi sono molte condizioni perché la forza vitale e la grazia di Cristo possano portare i loro frutti nella nostra vita: ogni tralcio deve essere liberato dai germogli superflui, deve essere sano e reagire in simbiosi fertile con la vite.
Per mezzo del battesimo, Cristo ci ha accolti nella sua comunità. E noi siamo stati liberati dai nostri peccati dalla parola sacramentale di Cristo. La grazia di Cristo non può agire in noi che nella misura in cui noi la lasciamo agire. La Provvidenza divina veglierà su di noi e si prenderà cura di noi se saremo pronti. Ma noi non daremo molti frutti se non restando attaccati alla vite per tutta la vita. Cioè: se viviamo coscienziosamente la nostra vita come membri della Chiesa di Cristo. Poiché, agli occhi di Dio, ha valore duraturo solo ciò che è compiuto in seno alla comunità, con Gesù Cristo e nel suo Spirito: “Senza di me non potete far nulla”. Chi l’ha riconosciuto, può pregare Dio di aiutarlo affinché la sua vita sia veramente fertile nella fede e nell’amore.
CANTO D'INGRESSO
Sale della terra
Sale della terra, lievito del mondo, sarete voi,
lampada che splende luce sulla strada sarete voi,
se Ia mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
Se la mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
Seme del mio regno, servi del vangelo sarete voi,
voce di giustizia luogo della pace sarete voi,
se Ia mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
Se la mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
Tralci della vite, pianta che da frutto sarete voi,
messe del mio campo, gregge del mio ovile sarete voi,
se la mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
Se la mia Parola dentro il vostro cuore dimorerà.
Casa sulla roccia, tempio di preghiera sarete voi,
figli del mio Dio, volto del suo amore sarete voi,
se Ia mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
Se la mia Parola dentro al vostro cuore dimorerà.
ANTIFONA D'INGRESSO
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi;
a tutti i popoli ha rivelato la salvezza. Alleluia. (Sal 98,1-2)
Colletta
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Oppure:
O Dio, che ci hai inseriti in Cristo
come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito,
perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore,
diventiamo primizie di umanità nuova
e portiamo frutti di santità e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
INNO DI LODE (Giombini)
Gloria, Gloria a Dio nell’alto dei Cieli, Gloria!
E pace, e pace agli uomini di buona volontà
Noi ti lodiamo Ti benediciamo Ti adoriamo
Ti glorifichiamo Ti rendiamo grazie
Per la tua gloria immensa
Signore Figlio Unigenito Gesù Cristo, Signore Dio
Agnello di Dio, Figlio del Padre Tu che togli i peccati
I peccati del mondo abbi pietà di noi, abbi pietà di noi
Tu che togli i peccati I peccati del mondo
Accogli, accogli La nostra supplica
Tu che siedi alla destra Alla destra del Padre
Abbi pietà di noi, abbi pietà di noi
Perchè tu solo il Santo Tu solo il Signore
Tu solo l’Altissimo Gesù Cristo
Con lo Spirito Santo
Nella Gloria di Dio Padre Amen
Nella Gloria di Dio Padre Amen
PRIMA LETTURA (At 9.26-31)
Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto
il Signore.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 21)
Rit: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
Rit: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
Rit: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
Rit: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
Rit: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
SECONDA LETTURA (1Gv 3.18-24)
Questo è il suo comandamento: che crediamo e amiamo.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Gv 15,4.5)
Alleluia filii e filiae
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.
Alleluia.
VANGELO (Gv 15.1-8)
Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Il Signore ci assicura che qualunque cosa chiediamo al Padre, egli ce la concederà; con fiducia rivolgiamo a lui le nostre invocazioni.
Preghiamo insieme e diciamo: Padre, sia fatta la tua volontà.
1. Perché la Chiesa, sull’esempio della prima comunità cristiana, sia sempre aperta ad accogliere la novità dello Spirito, superando ogni diffidenza e paura, preghiamo.
Padre, sia fatta la tua volontà.
2. Perché tutti i cristiani riconoscano di essere testimoni del Vangelo e siano sempre animati dalla forza dello Spirito Santo che ci viene continuamente donato, preghiamo.
Padre, sia fatta la tua volontà.
3. Per tutti coloro che sono provati da situazioni di dolore, di malattia, di divisioni familiari, perché possano sentire sempre che rimangono uniti a Cristo, come i tralci alla vite, preghiamo.
Padre, sia fatta la tua volontà.
4. Perché tutti noi in questo tempo pasquale gustiamo la gioia di essere figli di Dio, e la comunichiamo agli altri attraverso atteggiamenti di serenità e di sguardo positivo sul mondo, preghiamo.
Padre, sia fatta la tua volontà.
Padre, nella tua volontà è la nostra pace. Tu, che ci hai fatto la grazia di diventare tuoi discepoli, fa’ che, rimanendo uniti a te, possiamo portare molto frutto a lode della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.
Preghiera sulle offerte
O Dio, che in questo scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico e sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO PASQUALE V
Cristo sacerdote e vittima
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
Offrendo il suo corpo sulla croce, diede compimento ai sacrifici antichi, e donandosi per la nostra redenzione divenne altare, vittima e sacerdote.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi canta l’inno della tua gloria: Santo…
Acclamazione al Santo
Santo (G.M. Rossi)
Santo, Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria.
Osanna, osanna, osanna, nell’alto dei cieli.
Osanna, osanna, osanna, nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna, osanna, osanna, nell’alto dei cieli.
Osanna, osanna, osanna, nell’alto dei cieli.
CANTO ALLA PACE
Io ti do la pace
Nel Signore io ti do’ la pace. Pace a te, pace a te!
Nel Signore io ti do’ la pace. Pace a te, pace a te!
Nel suo nome resteremo uniti. Pace a te, pace a te!
Nel suo nome resteremo uniti. Pace a te, pace a te!
E se anche non ci conosciamo. Pace a te, pace a te!
Lui conosce tutti i nostri cuori. Pace a te, pace a te!
Se il pensiero non è sempre unito. Pace a te pace a te
Siamo uniti nella stessa fede. Pace a te, pace a te!
Se il pensiero non è sempre unito; pace a te pace ate!
Siamo uniti nella stessa fede; pace a te, pace a te!
Antifona di comunione
“Io sono la vera vite e voi i tralci”, dice il Signore;
“chi rimane in me e io in lui,
porta molto frutto”. Alleluia. (Gv 15,1.5)
CANTI ALLA COMUNIONE
Pane di vita nuova
Pane di vita nuova vero cibo dato agli uomini,
nutrimento che sostiene il mondo,dono splendido di grazia.
Tu sei sublime frutto di quell’albero di vita
che Adamo non potè toccare: ora è in Cristo a noi donato.
RIT. PANE DELLA VITA, SANGUE DI SALVEZZA,
VERO CORPO, VERA BEVANDACIBO DI GRAZIA PER IL MONDO.
Sei l’Agnello immolato nel cui Sangue è la salvezza,
memoriale della vera Pasqua della nuova Alleanza.
Manna che nel deserto nutri il popolo in cammino,
sei sostegno e forza nella prova per la Chiesa in mezzo al mondo.
RIT. PANE DELLA VITA, SANGUE DI SALVEZZA,
VERO CORPO, VERA BEVANDACIBO DI GRAZIA PER IL MONDO.
Vino che ci dà gioia, che riscalda il nostro cuore,
sei per noi il prezioso frutto della vigna del Signore.
Dalla vite ai tralci scorre la vitale linfa
che ci dona la vita divina, scorre il sangue dell’amore.
RIT. PANE DELLA VITA, SANGUE DI SALVEZZA,
VERO CORPO, VERA BEVANDACIBO DI GRAZIA PER IL MONDO.
Preghiera dopo la comunione
Assisti, Signore il tuo popolo,
che hai colmato della grazia di questi santi misteri,
e fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato
alla pienezza della vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.
Regina del cielo, rallegrati, alleluia: Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia, è risorto, come aveva promesso, alleluia. Prega per noi il Signore, alleluia.
La “vite vera”: una riflessione a margine del vangelo di domenica 29 aprile.
Il passo giovanneo nella liturgia di domenica 29 aprile riporta l’immagine familiare della vite: una pianta coltivata da sempre in Palestina, così come da noi in Toscana, e in tante altre parti d’Italia e del mondo. Pur essendo diversi i panorami, e distanti le epoche storiche, la coltivazione della vite porta in sé un misto di fatica e di bellezza: o, per dir meglio, la vigna è l’immagine della bellezza rigogliosa e tuttavia composta e ordinata, ottenuta per mezzo della fatica e del sacrificio. Come ha scritto Enzo Bianchi, a commento del passo di Giovanni 15, 1-8 (www.monasterodibose.it):
«La potatura tanto necessaria è pur sempre un’operazione dolorosa per la vite, e molti tralci sono tagliati e gettati fuori della vigna, si seccano e sono destinati al fuoco…»
Non stupisce, quindi, che viti e vigneti siano presenti in letteratura a partire dai tempi di Omero e dei lirici greci fino ai nostri giorni. Un panorama particolare di vigneti che formano un disegno geometrico a perdita d’occhio è quello delle Langhe, che ha ispirato tanti passi di Cesare Pavese, fino a divenire un paesaggio mitico nella produzione dello scrittore. Ne riporto qui un breve passo, tratto dal romanzo La luna e i falò, dove la vite, pur senza mostrare alcun legame con la parola evangelica, sembra possedere una intima sacralità:
«Invece traversai Belbo, sulla passerella, e mentre andavo rimuginavo che non c’è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell’odore della terra cotta dal sole d’agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il suo sudore.
Una vigna che sale sul dorso di un colle fino a incidersi nel cielo, è una vista familiare, eppure le cortine dei filari semplici e profonde appaiono una porta magica. Sotto le viti è terra rossa dissodata, le foglie nascondono tesori, e di là dalle foglie sta il cielo». (Da Cesare Pavese, La luna e i falò, cap. XIX, Torino, Einaudi, 1980)
Maria Rosa Partini