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I commenti alle opere d’arredo proposteci

Maria Rosa Tabellini Partini

Ho visitato la galleria fotografica sul sito del Monastero di Silroe (di cui ignoravo l’esistenza). In effetti, il contesto è assai diverso. Là si tratta di una comunità di monaci che abitano un edificio a prima vista essenziale, di nuova costruzione, isolato sul profilo delle colline grossetane (“un gioiellino” lo definisce un articolo di Famiglia Cristiana che ho trovato in rete), circondato dalla terra che i monaci lavorano secondo la regola benedettina del pregare e lavorare, e dove l’altare è collocato in un ambiente raccolto a favorire la preghiera, appunto. Noi siamo una comunità parrocchiale estesa e variegata, con un parroco che si divide in tre (al minimo), dove la chiesa è (o meglio ritornerà ad essere, si spera) ampia, situata in un contesto urbano, pertanto spesso vociante; e accanto non ci sono i campi ma la Coop… Certo, anche da noi in chiesa si prega e si cerca il silenzio; tuttavia, anche solo a voler considerare l’altare, il paragone non regge, non foss’altro per le dimensioni diverse.
Sicché penso che il parere di noi parrocchiani sulle opere previste possa valere più che altro sul piano estetico (a me ad esempio gli arredi piacciono, nella loro essenzialità), ma che solo don Sergio abbia la competenza – nonché l’autorevolezza – per valutarne la funzionalità e la rispondenza alle esigenze pastorali e liturgiche: in particolare per quanto riguarda l’altare…
Maria Rosa T.

Maria Rosa Tabellini

Grazie dei ragguagli. Non sono potuta intervenire all’incontro, ma mi pare che quanto esposto da don Sergio sia in sintonia col commento che avevo inviato in precedenza. Fa piacere soprattutto l’interesse per la nostra comunità.
Maria Rosa T.

Nota
La descrizione dell’incontro é stata elaborata dal sottoscritto. Le sensazioni espresse in chiusura dell’articolo, sono personali e di speranza che effettivamente si raggiunga un arricchimento della chiesa.
Don Sergio, pur riconoscendo lo sforzo del progettista nel seguire, almeno nei ragionamenti, i giusti canoni, rimane molto perplesso e contrariato alle opere proposte.
La prossima settimana inizia lo smontaggio dei ponteggi dall’interno della chiesa.
(Riccardo Vivi)

Teresa Giuggia
13/09/2018
Io sono d’accordo dare fiducia e non mi dispiace cambiare. Credo sia il momento giusto non dobbiamo essere attaccati al vecchio. In quanto alla concentrazione sulla preghiera non sono d’accordo su quanto dicono che le opere artistiche distolgono l’attenzione alla preghiera.

Vincenza Glave

Mi ha sorpreso vedere che gli interni della chiesa saranno completamente modificati:
il fonte battesimale si è rotto? altrimenti perchè sostituirlo? a me piaceva moltissimo.
Il tabernacolo con la vite ed i tralci era stato scelto fra più bozzetti dai parrocchiani, perchè toglierlo e sostituirlo con un altro che non si vede nemmeno tanto bene? e scelto da chi?
L’altare a forma di cubo oltre ad essere brutto (non “semplice”) è pericoloso per le ginocchia del sacerdote ogni volta che celebra la messa, e forse è anche un po’ piccolo in occasione di eventuali concelebrazioni in una chiesa così grande.
Le pitture alle pareti, poi, non mi piacciono per niente, non si capisce cosa rappresentano….. io sarò anche incompetente in fatto di arte, ma vorrei pregare in una chiesa che sento accogliente, non astratta e gelida. Saremo noi parrocchiani a viverla, non “esperti di arte” che qui non verranno mai!
E poi…. si parla di arte povera, ma quanto costerà? Quante inutili spese per gli interni di una chiesa che aveva già una sua identità?
Quanto di meglio si potrebbe fare con quei soldi? I lavori per la chiesa sono stati necessari per problemi strutturali, non per “abbellirla”(?).
Vincenza.

Fabio Perin
01/09/2018

A parte il fatto che la rappresentazione di san Miniato non si vede, (speriamo non sia sullo stesso stile del Crocifisso!) l’unica opera che si può salvare è il fonte battesimale. Il resto è proprio freddo e insignificante. E’ anche vero che purtroppo è in linea con lo stile della chiesa.
Maria Rosa Tabellini Partini

Le linee geometriche e pulite degli arredi e la gravità semplice dell’altare ben si intonano – a mio avviso – con l’architettura dell’insieme. Il fonte battesimale porta delle figure a rilievo (o incise) che non si distinguono nettamente nella foto, ma che immagino siano riferite a passi neotestamentari, quindi ben vengano. Mi chiedo se lo pseudo tronco secco che sostiene il catino abbia un significato allegorico: se no, forse il fonte risulterebbe più leggibile (e bello) con una base meno invadente. Ma – è ovvio – la mia è solo una valutazione sulla base di un gusto personale.
Non mi pronuncio sulla rappresentazione del San Miniato, perché l’immagine non è chiara tanto da permettere un’opinione.
Mi fa comunque piacere che la nostra chiesa possa accogliere espressioni di una religiosità austera e senza orpelli, e mi auguro che questo sia stato il criterio fondamentale con cui le opere sono state selezionate. (Tra parentesi, aggiungo che a me piaceva molto anche la Madonna di Spender, al tempo – ormai lontano – assai criticata…).
In nota, mi chiedo se un impianto così caratterizzato per linee e tinte sobrie potrà poi eventualmente accogliere, senza essere snaturato, arredi, statuette o altre immagini della devozione più tradizionale che forse si aggiungeranno via via. Ma è pur vero che – come dice Dante per bocca di Manfredi – “la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei”…
Maria Rosa T. Partini

 

Giuseppe e Maria Angela Mercurio

 

Franca Neri

 

1 comment

  1. Mi ha sorpreso vedere che gli interni della chiesa saranno completamente modificati:
    il fonte battesimale si è rotto? altrimenti perchè sostituirlo? a me piaceva moltissimo.
    Il tabernacolo con la vite ed i tralci era stato scelto fra più bozzetti dai parrocchiani, perchè toglierlo e sostituirlo con un altro che non si vede nemmeno tanto bene? e scelto da chi?
    L’altare a forma di cubo oltre ad essere brutto (non “semplice”) è pericoloso per le ginocchia del sacerdote ogni volta che celebra la messa, e forse è anche un po’ piccolo in occasione di eventuali concelebrazioni in una chiesa così grande.
    Le pitture alle pareti, poi, non mi piacciono per niente, non si capisce cosa rappresentano….. io sarò anche incompetente in fatto di arte, ma vorrei pregare in una chiesa che sento accogliente, non astratta e gelida. Saremo noi parrocchiani a viverla, non “esperti di arte” che qui non verranno mai!
    E poi…. si parla di arte povera, ma quanto costerà? Quante inutili spese per gli interni di una chiesa che aveva già una sua identità?
    Quanto di meglio si potrebbe fare con quei soldi? I lavori per la chiesa sono stati necessari per problemi strutturali, non per “abbellirla”(?).
    Vincenza

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