“Questo è il pane che discende dal cielo” (Gv. 6, 50)
Le Sacre Scritture di queste domeniche insistono sul tema del pane, della manna, della fame del cibo che è Cristo. Pane, fame e manna sono parole ricorrenti anche in questo breve testo laico tratto da “Alzaia”, un piccolo libro che raccoglie le memorie, gli appunti, le “voci”, insomma, che Erri De Luca scrisse anni fa per il giornale “Avvenire”, una per ogni giorno. Ecco qui di seguito due passaggi dalla voce “Fame”.
Fame
Il sazio non crede al digiuno, ripeteva mio padre il detto antico. Noi pasciuti del mondo conosciamo la scienza dell’alimentazione ma del cibo non sappiamo più niente.
Chi non sa la fame, non sa il cibo.
[…]
La benedizione ebraica a fine pasto ringrazia Dio: “sheacàlnu mishellò”, perché abbiamo mangiato da ciò che è suo. Il pane fresco sulla tavola ha viaggiato migliaia di miglia e di anni per arrivare. Innumerevoli generazioni di contadini hanno selezionato spighe, frantumato chicchi, mescolandoli all’acqua, con lievito e fuoco di fornace per tramandarci pane. È dono di umanità a se stessa, fatto di cielo, terra, acqua, fuoco, è manna. Noi mastichiamo manna come quella assegnata nel deserto, ma non in parti uguali.
(da Erri De Luca, Alzaia, Feltrinelli, Milano, 1997)
L’autore. Erri De Luca è scrittore, giornalista, poeta e traduttore. Nato a Napoli nel 1950, ha svolto molti mestieri in Italia e all’estero, dall’operaio al camionista, al muratore. È stato presente anche come volontario nei luoghi di guerra nella ex Iugoslavia e via via in altri territori disagiati. Ha studiato da autodidatta diverse lingue, tra cui l’ebraico antico: una conoscenza che gli ha permesso di tradurre vari testi della Bibbia.