ARCHIVIO Lavori per la Chiesa

ARREDI CHIESA – INTERVENGONO I PROGETTISTI

Il 10 Settembre, su richiesta di Don Sergio, sono intervenuti gli artisti che con l’Architetto  Milesi hanno elaborato le nuove opere d’arte che saranno inserite nella nostra chiesa.
L’interesse era vivo e grazie alle numerose presenze, siamo riusciti a comprendere meglio quanto viene proposto.

A monte di tutto c’é un interesse per la nostra chiesa e la comunità di San Miniato.
Come precisato, il notevole intervento, agevolato dalla CEI, ha tenuto conto di vari fattori, quali la particolare struttura dei locali, la forte comunità parrocchiale e la volontà di arricchire e correggere l’arredo presente, oltre che valorizzare l’impostazione progettuale.
1) Il nuovo fonte battesimale, da inserire in prossimità dell’ingresso.
2) Il fascio di luce naturale (ed artificiale), concentrato sull’altare e sul crocifisso, che a detta dei progettisti deve attirare lo sguardo dei fedeli.
3) L’ambone, posto alla sinistra dell’altare, che si slancia verso i fedeli.
4) L’altare in cemento di cm. 120×120, poggiato su una struttura circolare in bronzo, ove saranno impressi  simboli del cattolicesimo ( la colomba della pace, un grappolo d’uva, delle impronte di calzature, ecc.). La superficie dell’altare sarà impreziosita da lamine color oro. Le frange lasciate nella parte bassa del cemento (dell’ambone e dell’altare) a voler rappresentare qualcosa che nasce e che si forma.
5) Ai lati dell’altare, al termine delle navate, due distinti pannelli colorati a scelta degli artisti, debbono dare profondità di veduta.
6) I sedili in legno, laterali all’altare, per il parroco e concelebranti.
La sensazione ottenuta e condivisa solo in parte con alcuni parrocchiani ci può consentire di dare credito a quanto narratoci, nella speranza che la volontà di arricchimento della chiesa, si traduca sul campo e consenta ai fedeli di sentirsi in armonia con l’ambiente rappresentato e con se stessi.

Non sarà ricollata la struttura sopraelevata del coro.

Maria Rosa Tabellini

Grazie dei ragguagli. Non sono potuta intervenire all’incontro, ma mi pare che quanto esposto da don Sergio sia in sintonia col commento che avevo inviato in precedenza. Fa piacere soprattutto l’interesse per la nostra comunità.
Maria Rosa T.

Nota
La descrizione dell’incontro é stata elaborata dal sottoscritto. Le sensazioni espresse in chiusura dell’articolo, sono personali e di speranza che effettivamente si raggiunga un arricchimento della chiesa.
Don Sergio, pur riconoscendo lo sforzo del progettista nel seguire, almeno nei ragionamenti, i giusti canoni, rimane molto perplesso e contrariato alle opere proposte.
La prossima settimana inizia lo smontaggio dei ponteggi dall’interno della chiesa.
(Riccardo Vivi)

Teresa Giuggia
13/09/2018
Io sono d’accordo dare fiducia e non mi dispiace cambiare. Credo sia il momento giusto non dobbiamo essere attaccati al vecchio. In quanto alla concentrazione sulla preghiera non sono d’accordo su quanto dicono che le opere artistiche distolgono l’attenzione alla preghiera.

2 commenti

  1. Grazie dei ragguagli. Non sono potuta intervenire all’inc, ma mi pare che quanto esposto da don Sergio sia in sintonia col commento che avevo inviato in precedenza. Fa piacere soprattutto l’interesse per la nostra comunità.
    Maria Rosa T.

  2. Ho visitato la galleria fotografica sul sito del Monastero di Silroe (di cui ignoravo l’esistenza). In effetti, il contesto è assai diverso. Là si tratta di una comunità di monaci che abitano un edificio a prima vista essenziale, di nuova costruzione, isolato sul profilo delle colline grossetane (“un gioiellino” lo definisce un articolo di Famiglia Cristiana che ho trovato in rete), circondato dalla terra che i monaci lavorano secondo la regola benedettina del pregare e lavorare, e dove l’altare è collocato in un ambiente raccolto a favorire la preghiera, appunto. Noi siamo una comunità parrocchiale estesa e variegata, con un parroco che si divide in tre (al minimo), dove la chiesa è (o meglio ritornerà ad essere, si spera) ampia, situata in un contesto urbano, pertanto spesso vociante; e accanto non ci sono i campi ma la Coop… Certo, anche da noi in chiesa si prega e si cerca il silenzio; tuttavia, anche solo a voler considerare l’altare, il paragone non regge, non foss’altro per le dimensioni diverse.
    Sicché penso che il parere di noi parrocchiani sulle opere previste possa valere più che altro sul piano estetico (a me ad esempio gli arredi piacciono, nella loro essenzialità), ma che solo don Sergio abbia la competenza – nonché l’autorevolezza – per valutarne la funzionalità e la rispondenza alle esigenze pastorali e liturgiche: in particolare per quanto riguarda l’altare…
    Maria Rosa T.

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