12 Ottobre 2018
Il cammello e la cruna dell’ago
«È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio» (Marco, 10, 25)
L’iperbole riferita dall’evangelista Marco potrebbe essere dovuta a un errore di traduzione: alcuni studiosi pensano infatti che nella traduzione/tradizione del testo evangelico la parola greca “cámelos” si sia sovrapposta a una aramaica dal suono simile, ma col significato di “fune”: sempre una iperbole, peraltro, per quanto assai meno icastica. In ogni caso, una fune che “non” passa per la cruna di un ago non rimarrebbe nella nostra mente in modo così incisivo come l’immagine del cammello invano contorsionista che ci colpì da piccoli e ci accompagna fin dai tempi del catechismo.
La ricordava così, evidentemente, anche Don Milani. Nato in una famiglia aristocratica e ricca, dopo la conversione (una “metánoia” vera e propria) volle farsi ultimo fra gli ultimi, tanto che il suo trasferimento a Barbiana, che doveva essere un castigo, lo considerò una opportunità, un dono da far fruttare con quella umiltà feroce che lo contraddistingueva. Grazie ai suoi scritti, da poco pubblicati interamente (Mondadori, i Meridiani, 2 tomi, Milano 2017), ne conosciamo la figura sgombrata dagli orpelli che gli sono stati affibbiati nel corso degli anni (sia da parte di chi ne ha voluto fare un santino sia da parte di chi lo ha denigrato come un eretico o un traditore). Conosciamo adesso per via “diretta” la sua fermezza su alcuni ideali potenti, la sua dignità tenace; conosciamo la sua intensa passione per la lingua che si traduce in parola consumata nella vita: la parola che diviene un miracolo.
Le testimonianze di chi lo ha frequentato da vicino ci riferiscono davvero un miracolo (non canonico, ma quanto genuinamente cristiano!). Due giorni prima di morire, il 24 giugno 1967, il prete di Barbiana, che negli ultimi tempi, fiaccato dalla malattia, era rimasto in silenzio, volle proclamarlo a chi gli era vicino: «Un grande miracolo sta avvenendo in questa stanza». «Che miracolo?» «Un cammello che passa nella cruna di un ago».
Neera Fallaci, che lo riferì nella biografia di don Lorenzo, commentava a questo punto: «Il “signorino” Milani sentiva d’aver finalmente conquistato quella salvazione per cui lottava da quando si era fatto cristiano e prete» (N. Fallaci, “Dalla parte dell’ultimo. Vita del prete Lorenzo Milani”, Milano Libri Edizioni, Milano 1977).