CONSIGLIO PASTORALE BELVERDE-SAN MINIATO - VICO ALTO

Vico Alto e San Miniato – 24 Novembre 2018 Incontro per la preparazione all’Avvento

Mariarosa Tabellini

Sono molti gli scrittori e i poeti che hanno scritto pagine o versi sul Natale: si tratta di autori di matrice religiosa, ma anche – e forse soprattutto – di poeti laici o dichiaratamente lontani da ogni confessione, che sono stati conquistati dal fascino intimo di questa festività. Mi accingo quindi a comporre, volta per volta in questo periodo d’Avvento, una sorta di piccola antologia di testi dedicati al Natale e alle ricorrenze ad esso collegate: come questa “Annunciazione” del grande poeta austriaco Rainer Maria Rilke.

Rainer Maria Rilke

ANNUNCIAZIONE

(Le parole dell’Angelo)

Tu non sei piú vicina a Dio
di noi; siamo lontani
tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare a te dal manto,
luminoso contorno:
Io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.

Sono stanco ora, la strada è lunga,
perdonami, ho scordato
quello che il Grande alto sul sole
e sul trono gemmato,
manda a te, meditante
(mi ha vinto la vertigine).
Vedi: io sono l’origine,
ma tu, tu sei la pianta.

Ho steso ora le ali, sono
nella casa modesta
immenso; quasi manca lo spazio
alla mia grande veste.
Pur non mai fosti tanto sola,
vedi: appena mi senti;
nel bosco io sono un mite vento,
ma tu, tu sei la pianta.

Gli angeli tutti sono presi
da un nuovo turbamento:
certo non fu mai cosí intenso
e vago il desiderio.
Forse qualcosa ora s’annunzia
che in sogno tu comprendi.
Salute a te, l’anima vede:
ora sei pronta e attendi.
Tu sei la grande, eccelsa porta,
verranno a aprirti presto.
Tu che il mio canto intendi sola:
in te si perde la mia parola
come nella foresta.

Sono venuto a compiere
la visione santa.
Dio mi guarda, mi abbacina…

Ma tu, tu sei la pianta.

(dal “Libro delle immagini”, traduzione di Giaime Pintor)

Rainer Maria Rilke (Praga 1875 – Montreux 1926) è uno dei più grandi poeti del Novecento, e in genere della storia della poesia. Autore di testi di eccezionale profondità filosofica e lirica (“Le elegie Duinesi”, i “Sonetti a Orfeo”, “I quaderni di Malte Laurids Brigge”), nel 1902 pubblica un breve poemetto dedicato alla Madonna e, velatamente, alla figura della propria madre Sophia Entz, cattolica fervente e rigorosa. Rilke esprime una religiosità laica non priva di inquietudini, specialmente nella fase più matura della sua poesia. In questa lirica tratta dal “Libro delle immagini”, costruisce un canto di una semplicità solo apparente, dove l’angelo annunciante si rivolge a Maria con una sorta di preghiera, quasi annullandosi in Lei, vinto dalla «vertigine» del compito che gli è stato assegnato da Dio.
È una poesia che richiama alla mente le immagini rarefatte e preziose dei nostri pittori trecenteschi. Ad esempio, pensiamo all’Annunciazione che Simone Martini dipinse per il Duomo di Siena nel 1333, e ora è conservata agli Uffizi di Firenze, in cui vediamo l’angelo in atteggiamento di gentilezza reverente che pronuncia l’incipit canonico della preghiera “Ave Maria”, scritto sul fondo dorato del dipinto.

 

Rispondi