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Antologia di testi Natalizi di Mariarosa Tabellini

Si staccò il cielo di carta. Un lembo
piegò il pastore in un canto
a viso in giù nell’erba
di carta e colla (lui, il fiore più bello).

Con traccia lieve, nella segatura
sparsa con parsimonia a simulare sabbia,
la zampogna di gomma ebbe sommaria sepoltura.

Cadono a volte per improvvisa rabbia
così, d’un colpo della volta acerba,
dall’aria a terra l’armonia ed il canto.

ALESSANDRO FO
BUCOLICHE (AL TELESCOPIO): V. DAFNI

PICCOLA ANTOLOGIA DI TESTI PER IL NATALE 2018. Quinta parte.

16-12-2018    Mariarosa Tabellini

LA NOVENA DI NATALE

Nelle case si ripete in questi giorni, ancora una volta, il rito del presepio: statuine e carte luccicanti riemergono dal buio degli scatoloni per la consueta sistemazione nel paesaggio fittizio che si rianima di anno in anno. Ecco allora una poesia lieve e malinconica sul presepio, che cela in filigrana la conoscenza profonda della poesia classica.

 

NOTA.
Alessandro Fo, poeta e latinista, insegna letteratura latina presso l’Università di Siena. La poesia qui presentata fa parte di una silloge pubblicata per le edizioni Una Cosa Rara, Lucca (1996 e 2000), in cui il poeta avvicina i protagonisti e luoghi pastorali delle celebri Bucoliche di Virgilio alle figurine del presepio. È attraverso la poesia che si possono scoprire gli accordi e le rispondenze che sfuggono ai più: un cielo di carta che travolge un pastorello di gesso rimanda alla morte del pastore-poeta Dafni, inventore della zampogna, rievocata nella V Bucolica. Si tratta di un accostamento inedito e geniale, dove il riferimento erudito si fonde con la devozione popolare del presepio. L’episodio minimo di una statuina che cade viene innalzato al rango poetico, e consente di avvicinare il grande poeta latino alla sensibilità moderna.
MRT

 

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