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La Liturgia di Giovedì Santo “Messa in Cena Domini” 18 Aprile 2019

Parrocchia in San Miniato alle Scotte – Siena
Chiesa del Corpus Domini

GIOVEDI SANTO (MESSA IN CENA DOMINI)
18 Aprile 2019 (ore 18)

Colore liturgico: Bianco

Commento
Gesù trascorre le ultime ore della sua vita terrena in compagnia dei suoi discepoli. Il Maestro manifesta un amore straordinario per gli apostoli, impartendo loro insegnamenti e raccomandazioni. Durante l’ultima Cena, Gesù ha mostrato – con le sue parole – l’amore infinito che aveva per i suoi discepoli e gli ha dato validità eterna istituendo l’Eucaristia, facendo dono di sé: egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue sotto forma di pane e di vino perché diventassero cibo spirituale per noi e santificassero il nostro corpo e la nostra anima. Egli ha espresso il suo amore nel dolore che provava quando ha annunciato a Giuda Iscariota il suo tradimento ormai prossimo e agli apostoli la loro debolezza. Egli ha fatto percepire il suo amore lavando i piedi agli apostoli e permettendo al suo discepolo prediletto, Giovanni, di appoggiarsi al suo petto. Nella sua vita pubblica, Gesù ha raccomandato più di una volta ai suoi discepoli di non cercare di occupare il primo posto, ma di aspirare piuttosto all’umiltà del cuore. Ha detto e ripetuto che il suo regno, cioè la Chiesa, non deve essere ad immagine dei regni terreni o delle comunità umane in cui ci sono dei primi e degli ultimi, dei governanti e dei governati, dei potenti e degli oppressi. Al contrario, nella sua Chiesa, quelli che sono chiamati a reggere dovranno in realtà essere al servizio degli altri; perché il dovere di ogni credente è di non cercare l’apparenza, ma i valori interiori, di non preoccuparsi del giudizio degli uomini, ma di quello di Dio.
Nonostante l’insegnamento così chiaro di Gesù, gli apostoli continuarono a disputarsi i primi posti nel Regno del Messia.
Durante l’ultima Cena, Gesù non si è accontentato di parole, ma ha dato l’esempio mettendosi a lavare loro i piedi. E, dopo aver finito, ha detto: “Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,13-14).
La Cena si ripete nei secoli. Infatti Gesù ha investito gli apostoli e i loro successori del potere e del dovere di ripetere la Cena eucaristica nella santa Messa.
Cristo si sacrifica durante la Messa. Ma, per riprendere le parole di san Paolo, egli resta lo stesso “ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8).
I credenti che partecipano al Sacrificio eucaristico cambiano, ma il loro comportamento nei confronti di Cristo è più o meno lo stesso di quello degli apostoli nel momento della Cena. Ci sono stati e ci sono tuttora dei santi e dei peccatori, dei fedeli e dei traditori, dei martiri e dei rinnegatori.
Volgiamo lo sguardo a noi stessi. Chi siamo? Qual è il nostro comportamento nei confronti di Cristo? Dio ci scampi dall’avere qualcosa in comune con Giuda, il traditore. Che Dio ci permetta di seguire san Pietro sulla via del pentimento. Il nostro desiderio più profondo deve però essere quello di avere la sorte di san Giovanni, di poter amare Gesù in modo tale che egli ci permetta di appoggiarci al suo petto e di sentire i battiti del suo cuore pieno d’amore; di giungere al punto che il nostro amore si unisca al suo in modo che possiamo dire con san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).

 Canto di ingresso

Servire è regnare

Guardiamo a te che sei maestro e signore
chinato a terra stai ci mostri che l’amore
è cingersi il grembiule sapersi inginocchiare
ci insegni che amare è servire.
Fa che impariamo signore da te
che più grande chi più sa servire
chi si abbassa è chi si sa piegare
perché grande è soltanto l’amore.
È ti vediamo poi maestro e signore
che lavi i piedi a noi che siamo tue creature
e cinto del grembiule che manto tuo regale
ci insegni che servire è regnare.
Fa che impariamo signore da te
che più grande chi più sa servire
chi si abbassa è chi si sa piegare
perché grande è soltanto l’amore.

ANTIFONA D’INGRESSO

Di null’altro mai ci glorieremo se non della croce di Gesù Cristo, nostro Signore:
egli è la nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati. (cf. Gal 6,14)

Kyrie VIII De Angelis

Si dice il Gloria. Durante il canto dell’inno, si suonano le campane. Terminato il canto, non si suoneranno più fino alla Veglia pasquale.

Gloria VIII De Angelis

Colletta
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico Figlio,
prima di consegnarsi alla morte,
affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore,
fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità e di vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

PRIMA LETTURA (Es 12,1-8.11-14)

Prescrizioni per la cena pasquale.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto:

«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.

Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!

In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 115)
Rit: Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

SECONDA LETTURA (1Cor 11,23-26)

Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».

Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».

Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 13,34)
Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Gloria e lode e onore a te, Cristo Signore!

VANGELO (Gv 13,1-15)

Li amò sino alla fine.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Parola del Signore

Lavanda dei piedi

Dove motivi pastorali lo consigliano, dopo l’omelia ha luogo la lavanda dei piedi. I prescelti per il rito – uomini o ragazzi – vengono accompagnati dai ministri agli scanni preparati per loro in un luogo adatto.
Il sacerdote (deposta, se è necessario, la casula) si porta davanti a ciascuno di essi e, con l’aiuto dei ministri, versa dell’acqua sui piedi e li asciuga.
Durante il rito, si cantano alcune antifone, scelte tra quelle proposte, o altri canti adatti alla circostanza.

Servire è regnare

 Guardiamo a te che sei maestro e signore
chinato a terra stai ci mostri che l’amore
è cingersi il grembiule sapersi inginocchiare
ci insegni che amare è servire.
Fa che impariamo signore da te
che più grande chi più sa servire
chi si abbassa è chi si sa piegare
perché grande è soltanto l’amore.
È ti vediamo poi maestro e signore
che lavi i piedi a noi che siamo tue creature
e cinto del grembiule che manto tuo regale
ci insegni che servire è regnare.
Fa che impariamo signore da te
che più grande chi più sa servire
chi si abbassa è chi si sa piegare
perché grande è soltanto l’amore.

 

ANTIFONA PRIMA (cf. Gv 13,4.5.15)

Il Signore si alzò da tavola versò dell’acqua in un catino,
e cominciò a lavare i piedi ai discepoli:
ad essi volle lasciare questo esempio.

ANTIFONA SECONDA (Gv 13,6.7.8)

“Signore, tu lavi i piedi a me?”.
Gesù gli rispose dicendo:
“Se non ti laverò, non avrai parte con me”.
V. Venne dunque a Simon Pietro, e disse a lui Pietro:
– Signore, tu lavi…
V. “Quello che io faccio, ora non lo comprendi,
ma lo comprenderai un giorno”.
– Signore, tu lavi…

ANTIFONA TERZA (cf. Gv 13,14)

“Se vi ho lavato i piedi,
io, Signore e Maestro,
quanto più voi avete il dovere
di lavarvi i piedi l’un l’altro”.

ANTIFONA QUARTA (Gv 13,35)

“Da questo tutti sapranno
che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri”.
V. Gesù disse ai suoi discepoli:
– Da questo tutti sapranno…

ANTIFONA QUINTA (Gv 13,34)

“Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri
come io ho amato voi”, dice il Signore.

 

ANTIFONA SESTA (cf. 1Cor 13,13)

Fede, speranza e carità,
tutte e tre rimangano tra voi:
ma più grande di tutte è la carità.
V. Fede, speranza e carità,
tutte e tre le abbiamo qui al presente:
ma più grande di tutte è la carità.
– Fede…

Subito dopo la lavanda dei piedi – quando questa ha luogo – oppure dopo l’omelia, si dice la preghiera universale.
In questa Messa si omette il Credo.

LITURGIA EUCARISTICA

All’inizio della Liturgia eucaristica, si può disporre la processione dei fedeli che portano doni per i poveri.
Mentre si svolge la processione, si esegue il canto seguente o un altro canto adatto.

Preghiera sulle offerte
Concedi a noi tuoi fedeli, Signore,
di partecipare degnamente ai santi misteri,
perché ogni volta che celebriamo
questo memoriale del sacrificio del Signore,
si compie l’opera della nostra redenzione.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELLA SS. EUCARISTIA I
L’Eucaristia memoriale del sacrificio di Cristo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente e misericordioso,
per Cristo nostro Signore.
Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza,
il suo sangue per noi versato
è la bevanda che ci redime da ogni colpa.
Per questo mistero del tuo amore,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo…

Antifona di comunione
“Questo è il mio corpo, che è per voi;
questo calice è la nuova alleanza
nel mio sangue”, dice il Signore.
“Fate questo ogni volta che ne prendete,
in memoria di me”. (1Cor 11,24.25)

Comunione

Sei tu, Signore, il pane

Sei tu, Signore, il pane, tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi.

Nell’ultima sua Cena Gesù si dona ai suoi:
«Prendete pane e vino, la vita mia per voi».

«Mangiate questo pane: chi crede in me vivrà.
Chi beve il vino nuovo con me risorgerà».

È Cristo il pane vero diviso qui tra noi:
formiamo un solo corpo, la Chiesa di Gesù.

Se porti la sua Croce, in lui tu regnerai.
Se muori unito a Cristo, con lui rinascerai.

Verranno i cieli nuovi, la terra fiorirà.
Vivremo da fratelli, e Dio sarà con noi.

Pane di vita nuova

Pane di vita nuova vero cibo dato agli uomini,
nutrimento che sostiene il mondo,
dono splendido di grazia.

Tu sei sublime frutto di quell’albero di vita
che Adamo non potè toccare:
ora è in Cristo a noi donato.

Rit.PANE DELLA VITA, SANGUE DI SALVEZZA,
VERO CORPO, VERA BEVANDA
CIBO DI GRAZIA PER IL MONDO.

Sei l’Agnello immolato nel cui Sangue è la salvezza,
memoriale della vera Pasqua della nuova Alleanza.

Manna che nel deserto nutri il popolo in cammino,
sei sostegno e forza nella prova per la Chiesa in mezzo al mondo. R

Vino che ci dà gioia, che riscalda il nostro cuore, sei per noi il prezioso frutto della vigna del Signore.

Dalla vite ai tralci scorre la vitale linfa che ci dona la vita divina, scorre il sangue dell’amore. R

Terminata la distribuzione della comunione, si lascia sull’altare la pisside con le particole per la comunione del giorno seguente; la Messa si conclude con l’orazione dopo la comunione.

Preghiera dopo la comunione
Padre onnipotente,
che nella vita terrena ci nutri alla Cena del tuo Figlio,
accoglici come tuoi commensali
al banchetto glorioso del cielo.
Per Cristo nostro Signore.

Reposizione del SS. Sacramento
Dopo l’orazione, il sacerdote, in piedi, dinanzi all’altare, pone l’incenso nel turibolo, si inginocchia e incensa per tre volte il Santissimo Sacramento; quindi, indossato il velo omerale, prende la pisside e la ricopre con il velo.

Pange lingua gloriosi 

Pange, lingua, gloriósi Córporis mystérium, 
Sanguinisque pretiosi, Quem in mundi pretium
Fructus ventris generosi Rex effudit gentium.
Nobis datus, nobis natus Ex intacta Virgine,
Et in mundo conversatus, Sparso verbi semine,
Sui moras incolatus Miro clausit ordine.

In supremæ nocte cenæ recumbens cum fratribus,
observata lege plene cibis in legalibus
Cibum turbæ duodenæ se dat suis manibus.
Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit:
fitque sanguis Christi merum, et si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit.

Tantum ergo sacramentum veneremur cernui,
et antiquum documentum novo cedat ritui;
præstet fides supplementum sensuum defectui.

Genitori Genitoque laus et iubilatio,
salus, honor, virtus quoque sit et benedictio;
Procedenti ab utroque compar sit laudatio.


Si forma la processione che, attraverso la chiesa, accompagna il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione, preparato in una cappella convenientemente ornata. Apre la processione il crocifero; si portano le candele accese e l’incenso. Intanto si canta l’inno Pange lingua (eccetto le due ultime strofe) o un altro canto eucaristico.
Giunta la processione al luogo della reposizione, il sacerdote depone la pisside; quindi pone l’incenso nel turibolo e, in ginocchio, incensa il Santissimo Sacramento, mentre si canta il Tantum ergo sacramentum ; chiude poi il tabernacolo o la custodia della reposizione.
Dopo alcuni istanti di adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri si alzano, genuflettono e ritornano in sacrestia.
Segue la spogliazione dell’altare; se è possibile, si rimuovono le croci dalla chiesa; quelle che rimangono in chiesa, è bene velarle.
Si esortino i fedeli, tenute presenti le circostanze e le diverse situazioni locali, a dedicare un po’ di tempo nella notte all’adorazione davanti al Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Se l’adorazione si protrae oltre la mezzanotte, si faccia senza alcuna solennità.

ADORAZIONE EUCARISTICA ALL’ALTARE DELLA REPOSIZIONE

Canto: E’ giunta l’ora  N° 66

  1. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

T: Amen.

G: Ci troviamo raccolti insieme, davanti a te o Signore, presente nel tuo Corpo. Solo qui possiamo comprendere il mistero della nostra vita e del nostro essere Chiesa, Corpo di Cristo. Ti preghiamo di illuminare i nostri occhi per comprendere il grande mistero di cui ci hai fatti partecipi.

Per disporci maggiormente ad incontrarti ancora nella preghiera, ci poniamo in ginocchio davanti a te e, come in quella sera della Sacra Cena, anche noi vogliamo cantare l’inno che elevasti al Padre dopo aver donato agli apostoli attoniti il tuo Corpo ed il tuo Sangue. Rendici capaci, o Gesù, di vegliare con te per non abbandonarti nell’orto della tua sofferenza .

 Raccolti attorno a Cristo, presente nel sacramento dell’eucaristia, esprimiamo la nostra fede e la nostra adorazione.

Diciamo insieme: Noi ti adoriamo e crediamo in te.

O Gesù, pane vivo disceso dal cielo. Rit.
O Gesù, cibo di vita e risurrezione. Rit.
O Gesù, sorgente di vita e di santità. Rit.
O Gesù, sostegno e forza del nostro cammino. Rit.
O Gesù, luce e speranza delle nostre famiglie. Rit.
O Gesù, maestro e guida dei giovani. Rit.
O Gesù, icona dell’amore del Padre. Rit.
O Gesù, sacramento d’eterna salvezza. Rit.
O Gesù, ponte tra cielo e terra. Rit.
Padre nostro. Ave. Gloria.

Canto: Hai dato un cibo N°80

Silenzio di adorazione

  •  Signore Gesù, quando mi inginocchio davanti all’Eucaristia, sento il profumo di Betlemme, respiro il mistero dell’umiltà di Dio e provo vergogna per l’orgoglio che è dentro di me e che continuamente esplode nelle rivalità tra la persone e nelle vergognose guerre che insanguinano i popoli.
  • Gesù, donami una briciola della Tua umiltà!
  • Signore Gesù, quando mi inginocchio davanti all’Eucaristia, capisco che Tu ci ami perché sei buono e non perché noi meritiamo il Tuo amore. Nel Cenacolo tutto parlava di tradimento e Tu, con un gesto di puro amore, donasti l’Eucaristia all’umanità: a questa umanità che continuamente Ti tradisce!
  • Gesù, donami una briciola del Tuo amore!
  • Signore Gesù, accanto all’Eucaristia si sente il mormorio dell’acqua che Tu versasti sui piedi degli apostoli e, attraverso di loro, versasti sui piedi di ciascuno di noi.
  • Signore, arrossisco a motivo dell’egoismo che ancora abita in me e soffro per lo spettacolo del mondo d’oggi, che moltiplica divertimenti frivoli invece di moltiplicare le opere di misericordia.
  • Signore donami una goccia d’acqua dell’Ultima Cena! E donaci sacerdoti santi: sacerdoti innamorati dell’Eucaristia. Amen.
  • Padre nostro. Ave. Gloria.
  • Canto: Servo per amore 197
  • Silenzio di adorazione
  • L2 Ascoltate la Parola del Signore dal Vangelo secondo Giovanni 6,51-58

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
L. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

L3 Dai discorsi di Papa Francesco Angelus 16 agosto 2015

Il brano presenta l’ultima parte di tale discorso, e riferisce di alcuni tra la gente che si scandalizzano perché Gesù ha detto: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv,54).

Lo stupore degli ascoltatori è comprensibile; Gesù infatti usa lo stile tipico dei profeti per provocare nella gente – e anche in noi – domande e, alla fine, provocare decisione.
Anzitutto delle domande: che significa “mangiare la carne e bere il sangue” di Gesù? È solo un’immagine, un modo di dire, un simbolo, o indica qualcosa di reale? Per rispondere, bisogna intuire che cosa accade nel cuore di Gesù mentre spezza i pani per la folla affamata. Sapendo che dovrà morire in croce per noi, Gesù si identifica con quel pane spezzato e condiviso, ed esso diventa per Lui il “segno” del Sacrificio che lo attende. Questo processo ha il suo culmine nell’Ultima Cena, dove il pane e il vino diventano realmente il suo Corpo e il suo Sangue. E’ l’Eucaristia, che Gesù ci lascia con uno scopo preciso: che noi possiamo diventare una cosa sola con Lui. Infatti dice: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui» (v. 56). Quel “rimanere”: Gesù in noi e noi in Gesù. La comunione è assimilazione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro “sì”, la nostra adesione di fede. L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi. Nutrirci di Lui e dimorare in Lui mediante la Comunione eucaristica, se lo facciamo con fede, trasforma la nostra vita, la trasforma in un dono a Dio e ai fratelli. Nutrirci di quel “Pane di vita” significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale. Le stesse cose che Gesù ha fatto. Gesù conclude il suo discorso con queste parole: «Chi mangia questo pane vivrà in eterno» (Gv,58). Sì, vivere in comunione reale con Gesù su questa terra ci fa già passare dalla morte alla vita. Il Cielo incomincia proprio in questa comunione con Gesù.

  • Padre nostro. Ave. Gloria.

Canto Pane del cielo N° 162

Silenzio di adorazione

Lettore n. 4: Dal vangelo secondo Marco

Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti».

G: Cristo, nella cena pasquale, ha donato il suo corpo e il suo sangue per la vita del mondo. Riuniti nella preghiera, invochiamo:

Rit.:         Cristo, Pane del cielo, da’ a noi la vita eterna.

 Lettore n. 5:

  • Cristo, Figlio del Dio vivo, che ci hai comandato di celebrare l’eucaristia in tua memoria, fa’ che vi partecipiamo sempre con fede e amore a beneficio di tutta la Chiesa. Rit.
  • Cristo, unico e sommo sacerdote, che hai affidato ai tuoi sacerdoti i santi misteri, fa’ che essi esprimano nella vita ciò che celebrano nel sacramento. Rit.
  • Cristo, che nell’ultima cena hai istituito il ministero sacerdotale, fa che i giovani seguano con generosità il tuo esempio e dona alla tua chiesa sacerdoti secondo il tuo cuore. Rit.
  • Cristo, che riunisci in un solo corpo quanti si nutrono di uno stesso pane, accresci nelle nostre comunità la concordia e la pace. Rit.
  • Cristo, che nel sacrificio eucaristico ci mostri il tuo amore, aiutaci ad essere un dono gli uni per gli altri, pronti a dare la vita per servire i fratelli. Rit.
  • Cristo, che nell’eucaristia ci dai la grazia di annunciare la tua morte e risurrezione fino al giorno della tua venuta, rendi partecipi della tua gloria i nostri fratelli defunti. Rit.

Canto : Tu fonte viva N° 214

Silenzio di adorazione

G: Il Signore, donandoci l’eucaristia, ci chiede di trasformare tutta la nostra vita con la forza dell’amore. Egli, prima di lasciare i suoi discepoli, da loro un comando, che definisce “suo” e “nuovo”, quello dell’amore reciproco. Il vero amore è quello che mette l’altro al primo posto, che rende umili e disponibili al servizio, pronti a dare tutto, anche la vita.

Lettore n. 6: Dal vangelo secondo Giovanni

Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. …

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. … In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Padre nostro. Ave. Gloria.

Lettore n. 7:

Diciamo insieme: Noi ti adoriamo e ti benediciamo o Cristo.              

  • Tu hai fatto la volontà del Padre che ti proponeva la via della passione e della croce.
  • Tu sei andato con libera decisione verso la città santa e ti sei consegnato nelle mani dei peccatori.
  • Ti hai affrontato col silenzio gli oltraggi dei soldati e le accuse dei falsi testimoni.
  • Tu hai testimoniato la parola della verità di fronte al giudice romano Ponzio Pilato.
  • Tu hai accettato di essere crocifisso e di offrire la tua vita per espiare il peccato della umanità.
  • Tu hai rifiutato di salvare te stesso per salvare quanti credono in te.
  • Tu, vero Agnello Pasquale, ci fai passare da morte a vita.
  • Tu con un catino e un asciugatoio ci insegni a servire.
  • Tu ci hai lasciati il tuo comandamento nuovo perché possiamo amraci tra noi.
  • Tu nell’ Eucaristia hai reso perpetuo il memoriale della tua morte e risurrezione.
  • Tu nella Cena pasquale hai donato il tuo corpo e il tuo sangue come cibo e bevanda.
  • Tu ci chiami alla conversione per renderci partecipi della tua risurrezione.

Canto: Dov’è carità e amore  N°62

Silenzio di adorazione

G: A conclusione di questo  momento di preghiera, rinnoviamo la nostra disponibilità a compiere come Gesù la volontà di Dio e diciamo:

 Rit.:       Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

Lettore n. 12:

In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami.
Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. Rit.
Sono l’obbrobrio dei miei nemici, il disgusto dei miei vicini,
l’orrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge. Rit.
Io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni».
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo, salvami per la tua misericordia. Rit.
G: Resta con noi, Signore! Come i due discepoli del Vangelo, ti imploriamo, Signore Gesù:
Rimani con noi!
Tu, divino Viandante, esperto delle nostre strade benedici i bambini, i giovani, gli Anziani, le famiglie, in particolare i malati.
Benedici i sacerdoti e le persone consacrate.
Benedici tutta l’umanità.
Dacci il gusto di una vita piena, che ci faccia camminare su questa terra come pellegrini fiduciosi e gioiosi.
Rimani con noi, Signore! Rimani con noi! Amen.

 Canto: resta con noi, Signore, la sera N°180

G: Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Canto : Salve Regina N° 186 bis

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