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Per quanto sta in te – (La Vita) di Kostantinos Kavafis

Parrocchia in San Miniato alle Scotte – Siena Chiesa del Corpus Domini LA LITURGIA DI DOMENICA 25 AGOSTO 2019 XXI DOMENICA …

“Per quanto sta in te”: la vita per Kostantinos Kavafis

E se non puoi la vita che desideri2019 08 La vita
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balia del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti
sino a farne una stucchevole estranea.

(da C. Kavafis, Settantacinque poesie, trad. N. Risi e M. Dalmàti, Einaudi, Torino, 1992)

È una poesia che non ha attinenza immediata con le letture della liturgia del giorno, ma è pure assai bella, e ben si attaglia al senso di nausea che – forse – ci soffoca quando pensiamo al presente, a questa balorda estate di eccessi disgustosi e insieme di superficialità, di drammi e di opacità.
È un appello a non sciupare la vita (il verbo è ripetuto due volte, al v. 3 e al v. 6) «in un viavai frenetico», in un continuo avvicendarsi («commercio») di gente incrociata per caso.

Tra il primo verso e quello finale si crea un collegamento: la vita è personificata, quasi fosse una donna, ed è come se il poeta dicesse: se non puoi avere la donna (o la persona) che desideri, almeno fa’ in modo che essa non sia un incontro superficiale lasciato in balia del caso (il «quotidiano / gioco balordo degli incontri / e degli inviti») e nemmeno un’estranea noiosa e assillante («una stucchevole estranea»). Forse la vita non sarà ugualmente quella che avremmo voluto vivere (quale sarebbe, poi?), ma almeno non l’avremo sprecata.

Commento

La parola-chiave di questo componimento è il verbo “sciupare”. Kavafis sottolinea a più riprese questo concetto: nel nostro andare, trascinarci apatici nella quotidianità noi sciupiamo la vita.

La vita è l’essenza di ognuno di noi, ci appartiene come nient’altro su questa Terra, eppure sempre ci dimentichiamo che svilendola, offendendola, barattandola, spendendola “in un viavai frenetico” semplicemente strappiamo qualcosa a noi stessi.

Se di tanto in tanto potessimo uscire dalla nostra condizione e guardarci dall’esterno, come forestieri in una terra sconosciuta, senza dubbio ci accorgeremmo che ci affanniamo per cose inutili, che corriamo dietro illusori ideali, che cerchiamo di ottenere ciò che non ci serve. Diventiamo fantocci di noi stessi.

“Fermati”, sembra quasi che il poeta suggerisca ad ognuno di noi, “fermati e pensa”: pensa prima di gettarti nella massa informe di gente, prima di sprecare parole insensate, prima di considerare che ogni giorno è uguale a quello precedente e a quello che verrà. Certo sì la vita è contraddittoria e talvolta ingannevole, ma è irripetibile.

È la nostra più grande alleata, non una “stucchevole estranea”.

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