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UNA POESIA DI NATALE di Iosif Brodsku

IOSIF BRODSKIJ

LA STELLA DI NATALE
Nella fredda stagione, in luoghi avvezzi all’afa
più che al gelo, e a piane distese più che ai monti,
nacque un bambino per salvare il mondo, in una grotta;
turbinava il vento, come può solo nel deserto d’inverno.

Enorme tutto gli sembrava; il seno della madre, le nari
del bue fumenti di vapore, i re Magi; quei doni
da Gaspare, Melchiorre e Baldassarre fin lì portati.
Il bimbo era un punto solamente. E un punto era la stella.

Con gran circospezione, senza neppure un battito
di ciglia, tra rade nubi, di lontano, dalle profondità
del Cosmo, giusto dall’altro estremo, la stella fissava
nelle grotta il bimbo sulla greppia. Di un padre era lo sguardo.

IOSIF BRODSKIJ    24 dicembre 1987

 

(Iosif Brodskij, Poesie di Natale, trad. di A. Raffetto, Adelphi, Milano 2004)

A partire dal 1961, il poeta e scrittore russo Josif Brodskij prese l’abitudine di comporre una poesia per ogni Natale, una consuetudine cui si attenne fino al Natale del 1995, l’ultimo della sua vita. Non era una scelta di carattere propriamente religioso, bensì un modo tutto particolare del poeta per caratterizzare un passaggio, una delimitazione temporale necessaria al suo fare poesia. Brodskij, infatti, individuava nel cristianesimo una concezione lineare del tempo in cui la nascita di Gesù non è un episodio come tanti nei Vangeli, ma è l’evento che ha il potere di distinguere il senso della storia in un “prima” e in un “dopo”, diventando quindi un punto di riferimento universale, letteralmente un “punto di partenza”: un punto da cui ripartire anche per il suo fare poesia e cogliere l’incanto di un evento che lo affascinava pur senza essere credente. Nella poesia qui riportata, Brodskij assimila la luce della “stella di Natale” allo sguardo misterioso di Dio che muove «dalle profondità del Cosmo». (Maria Rosa Tabellini)